Il Giubileo non è fatto soltanto delle fatiche dei pellegrini o di porte sante, ma soprattutto di indulgenze. l’indulgenza, di per sé, intende l’attitudine morale di chi perdona facilmente le colpe, parla di misericordia e carità.
Le indulgenze le amministra la Chiesa, che si trova a “gestire” un patrimonio sconfinato, quella realtà che per Paolo VI coincide con «l’infinito ed inesauribile valore che le espiazioni e i meriti di Cristo hanno presso il Padre»; «appartiene inoltre a questo tesoro il valore veramente immenso, incommensurabile e sempre nuovo – aggiungeva papa Montini – che presso Dio hanno le preghiere e le buone opere della beata vergine Maria e di tutti i santi». Un patrimonio sconfinato di bene che la Chiesa distribuisce tra gli uomini per riequilibrare i guai provocati dal peccato.
Parlare di indulgenza spinge a parlare di pene e cioè di Purgatorio, per descrivere attraverso metafore giudiziarie responsabilità e conseguenze delle nostre azioni. «Ogni peccato, infatti, causa una perturbazione nell’ordine universale – continuava Paolo VI – e la distruzione di beni immensi sia nei confronti dello stesso peccatore che nei confronti della comunità umana». Perdonarci i peccati è l’opera di Cristo Redentore, ristabilire l’ordine è il compito della pena, che dice dunque la fatica e la resistenza della nostra creaturalità fragile a inserirsi nel piano di Dio. L’indulgenza arriva lì, cancellando in tutto o in parte la pena, qualora si configuri come plenaria o parziale.
Leggiamola attraverso la metafora della malattia. Guariremo e usciremo dal Covid. A quel punto chi toglierà dalle nostre spalle le conseguenze di un tempo così lungo di paura, isolamento, incertezza?
Per ottenere l’indulgenza
L’indulgenza è uno speciale dono di grazia, che libera dall’impronta negativa che il peccato – pur se perdonato – ha lasciato nel cuore.
Le condizioni per ricevere questo dono sono:
Attraversare la Porta Santa della Basilica Cattedrale di San Zeno in un sincero atteggiamento di conversione e di distacco da ogni peccato;
Pregare il Padre Nostro, davanti al Fonte Battesimale all’interno della Cattedrale, per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo;
Ricevere il dono dell’assoluzione sacramentale e della Comunione eucaristica, nello stesso giorno in cui sei in pellegrinaggio a Pistoia. Oppure nei giorni immediatamente precedenti o entro alcuni giorni successivi;
Pregare per il Santo Padre e le sue intenzioni, per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice, ed invocare per lui e per il mondo intero l’intercessione di Maria Santissima all’altare della Madonna delle Porrine;
Confessare la Professione di Fede della Chiesa, per riaffermare la propria identità cristiana, recitando il Credo, alla Cappella dell’altare d’Argento di fronte alla preziosissima reliquia di San Giacomo.